Un team di Eurac Research ha studiato gli organismi presenti nel torrente che scorre in Val di Mazia prima e dopo l'entrata in funzione della piccola centrale elettrica.

Il confronto dettagliato prima-dopo è stato possibile perché Eurac Research conduce ricerche ecologiche a lungo termine in Val di Mazia dal 2009: in questo ambito il Rio Saldura era già stato regolarmente campionato prima della costruzione della centrale nel 2015. Sotto osservazione sono stati messi i microrganismi invertebrati, piccole creature che forniscono una buona indicazione delle condizioni ecologiche delle acque e del loro cambiamento. I risultati delle analisi effettuate nell'arco di cinque anni non hanno evidenziato alterazioni significative nelle comunità di questi animali che potessero essere correlate alla centrale idroelettrica. Alla luce della necessità di generare più energia da fonti rinnovabili e dell’attuale dibattito sull'impatto ecologico di queste piccole centrali, lo studio rappresenta un importante contributo della ricerca in un ambito in cui sono disponibili ancora poche conoscenze affidabili.

 "Per raggiungere gli obiettivi climatici di Parigi, deve per forza di cose aumentare anche la produzione di energia da fonte idroelettrica; anche se le centrali di piccola taglia possono contribuire solo in parte alla produzione complessiva di energia, sono però unanimemente considerate una delle migliori soluzioni nelle regioni rurali per la produzione di energia a costi contenuti", spiega il biologo Alberto Scotti, autore principale dello studio. “È importante capire dove il posizionamento di queste centrali sia giustificabile e come queste debbano essere costruite per non causare danni all'ambiente. Finora in pratica non sono esistiti studi dettagliati a lungo termine sugli effetti delle piccole centrali elettriche".

Nel caso del Rio Saldura, le ricercatrici e i ricercatori hanno avuto la fortuna – cosa assai rara – di poter fare un confronto significativo della situazione prima e dopo la costruzione della centrale. Per un periodo di cinque anni, che comprendeva anche un anno prima della messa in funzione, hanno infatti campionato il torrente di montagna più volte all'anno negli stessi punti. Sebbene la comunità dei macroinvertebrati – piccoli invertebrati che svolgono un ruolo fondamentale nell'ecosistema acquatico – abbia mostrato una grande variabilità, ciò non è dovuto alla centrale: le fluttuazioni, talvolta ampie, nella presenza di alcuni organismi nel tratto di torrente indagato e influenzato dalla centrale si sono verificate anche nel punto di controllo dello studio, un luogo che si trova al di fuori della sfera di influenza della centrale. "Si trattava di fluttuazioni naturali causate da particolari condizioni meteorologiche o dallo scioglimento di nevi e ghiacciai", spiega Scotti.

Poiché l'habitat di queste creature è determinato, tra l'altro, dalla quantità di acqua e di sedimenti, è essenziale che una centrale non devii troppa acqua, come sottolinea Scotti – "la centrale sul Rio Saldura ha ovviamente la giusta dimensione". D'altra parte, è proprio a causa di un’altra delle caratteristiche del torrente – nel tratto superiore, quello preso in considerazione dallo studio – che non è stato riscontrato alcun danno ecologico: non vi vivono pesci. Ma queste caratteristiche del corso d’acqua non sono affatto un caso eccezionale, sottolinea il ricercatore: "Ci sono molti torrenti di questo tipo in Alto Adige e in tutto l'arco alpino".

I risultati dello studio, analizzati da due diversi punti di vista, sono stati pubblicati sulla rivista Frontiers in Environmental Science: https://www.frontiersin.org/articles/10.3389/fenvs.2022.902603/full e https://www.frontiersin.org/articles/10.3389/fenvs.2022.904547/full.

L'ampia raccolta di dati è stata messa a disposizione della comunità scientifica in una pubblicazione separata: https://www.nature.com/articles/s41597-021-00887-x.

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