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Shime, l’intestino virtuale del laboratorio Micro4Food
“Simulator of Human Intestinal Microbial Ecosystem”, ovvero “Simulatore dell’ecosistema microbico intestinale umano”. Per gli amici - i ricercatori e le ricercatrici del laboratorio Micro4Food - meglio conosciuto con l’acronimo Shime. Apparecchiatura unica in ambito accademico in Italia, è il mezzo con cui si possono studiare le reazioni chimiche e metaboliche che avvengono nell’intestino umano per capire se quello che ingeriamo e quello che ingeriamo fa bene o male al nostro ecosistema intestinale. Scopriamone insieme qualità e impieghi.

Artenreiche Anger
Im Rahmen des Biodiversitätsmonitorings Südtirol hat ein Forschungsteam den Lebensraum Streuobstwiese untersucht – und außerordentliche Vielfalt gefunden.

Fermente für die Darmgesundheit
Wie können autochthone Mikroorganismen eingesetzt werden, um bei Fruchtsäften den Zuckerzusatz zu senken und doch den zuckerverwöhnten Gaumen eines gesundheitsbewussten Publikums zu treffen? Eine Aufgabenstellung, der sich das Micro4Food-Team im Project SMARTJUICE gewidmet hat.

Centrale idroelettrica sul Rio Saldura: uno studio di cinque anni non mostra cambiamenti significativi dell’ecologia del fiume
Un team di Eurac Research ha studiato gli organismi presenti nel torrente che scorre in Val di Mazia prima e dopo l'entrata in funzione della piccola centrale elettrica.

Quale acqua dalla fusione del permafrost di alta montagna? Lo studia un progetto Euregio
Al via nelle prossime settimane uno studio di Libera Università di Bolzano, Fondazione Edmund Mach e Accademia Austriaca delle Scienze sulla qualità delle acque provenienti dai “rock glaciers”, ampie coltri detritiche contenenti ghiaccio. Ad oggi, infatti, sono poco noti i loro effetti sui sistemi idrologici ed ecologici. La ricerca, di durata triennale, comprende l’elaborazione di modelli di previsione sul contributo dei rock glaciers all’inquinamento delle acque alpine derivante dal cambiamento climatico.

Ricerca identifica i tre fattori principali che controllano il comportamento e le risposte degli ecosistemi terrestri
Un gruppo di ricercatori internazionali, guidato dal Max Planck Institute for Biogeochemistry (Jena, Germania) e comprendente Libera Università di Bolzano e Ripartizione Foreste della Provincia di Bolzano oltre a ARPA Valle d’Aosta, Consiglio Nazionale delle Ricerche, Università degli Studi di Milano-Bicocca e Università degli Studi della Tuscia di Viterbo, ha identificato tre funzioni chiave che governano il comportamento degli ecosistemi e che sono legate alla loro efficienza nell’utilizzo di carbonio e acqua. L’osservazione di queste tre funzioni chiave permetterà di monitorare e studiare il comportamento degli ecosistemi terrestri e di capire la loro sensibilità ai cambiamenti climatici e ambientali in atto, contribuendo all’ottimizzazione della loro gestione.

Landschaftsvielfalt: der zentrale Faktor für Biodiversität
Forscherteam von Eurac Research stellt Zwischenergebnisse aus dem Langzeitprojekt Biodiversitätsmonitoring Südtirol vor.

Centoventi fiumi da analizzare per il catalogo degli invertebrati
Quest’anno, con la Giornata mondiale dell’ambiente, le Nazioni Unite lanciano il Decennio per il ripristino dell’ecosistema e caldeggiano il “passaggio dallo sfruttamento della natura alla sua guarigione”. Ma cosa succede quando si vorrebbe ripristinare un ecosistema, ma non si sa come fare perché non si sa più com’era la natura prima degli interventi che l’hanno cambiata? Alberto Scotti e le colleghe limnologhe stanno costruendo un “catalogo” degli animali invertebrati di fiumi e torrenti dell’Alto Adige, per monitorarli, non perderne la memoria e favorire le rinaturalizzazioni.