Rendi misurabile ciò che non lo è
Ingegneria è sinonimo di curiosità e sete di sapere per migliorare il mondo che ci circonda. O almeno questi sono i sentimenti che animano il lavoro di Abraham Mejia-
Aguilar, ricercatore senior dell’Istituto per il Telerilevamento Applicato dell’EURAC, e
Marco Bietresato, ricercatore e docente della Facoltà di Scienze e Tecnologie unibz.
Con loro abbiamo discusso delle nuove tecnologie outdoor – droni e altre innovazioni nelle macchine per l’agricoltura – che stanno modificando, ancora una volta, il modo in cui approcciamo alla natura.
Signor Mejia-Aguilar, recentemente Lei ha ottenuto la licenza per pilotare droni da parte dell’ENAC (Ente Nazionale Aviazione Civile). Come ci è arrivato?
Mejia-Aguilar: Il percorso prevede diversi passaggi. Pilotiamo apparecchi che pesano diversi chili e che ci volano sopra la testa, quindi abbiamo una notevole responsabilità. Frequentiamo un corso pratico per usare il drone (denominato UAV, unmanned aerial vehicle, ovvero Sistemi Aeromobili a Pilotaggio Remoto – RPAS ): dobbiamo impratichirci e conoscere a fondo il velivolo e le sue tecnologie, sapere come pilotarlo, come configurarne il sistema di volo, sapere come raccogliere dati. Secondariamente, bisogna seguire dei corsi teorici dell’Enac che riguardano le responsabilità legali di chi opera con droni e che forniscono anche un’introduzione alla meteorologia e all’aereodinamica. Poi arriva il bello: tante ore di pratica per essere in grado di controllare il drone e farlo volare dolcemente.
Lei pilota i droni a fini di ricerca. Di quali tecnologie sono dotati?
Mejia-Aguilar: L’UAV è un sistema completo che contiene una coppia di sensori come il GPS o l’accelerometro, degli attuatori - responsabili dei meccanismi di controllo - e alcuni processori che consentono un volo autonomo. In EURAC, abbiamo aggiunto strumenti ottici per monitorare la vegetazione. In particolare, abbiamo istallato una telecamera normale, una camera iperspettrale e una termocamera a infrarossi per monitorare la salute delle piante e la fenologia*.
Signor Bietresato, i droni sono certamente una tecnologia affascinante. Su quali tecnologie state concentrando la vostra ricerca in unibz?
Bietresato: Il team guidato da Fabrizio Mazzetto, di cui faccio parte, ha recentemente progettato e realizzato un “laboratorio mobile”: un veicolo terrestre semovente, basato su un cingolato elettrico adatto a muoversi all’interno dei frutteti, e dotato di una serie di sensori, posizionabili a diverse altezze, che permettono una scansione completa delle chiome. Questi sensori permettono di ricostruire il vigore vegetativo dei frutteti sostituendo quindi in modo molto più accurato gli occhi di un agricoltore esperto.
La tecnologia può aiutare l’industria agricola a prevenire veri e propri flagelli come, ad esempio, il colpo di fuoco che colpisce i meleti?
Bietresato: La speranza che anima l’operato di chi fa ricerca è anche quella di studiare soluzioni che abbiano, prima o poi, delle ricadute positive nella società. Ciò vale anche in questo caso: tra le applicazioni del monitoraggio colturale esiste la possibilità di individuare eventuali focolai batterici sul nascere e quindi adoperarsi per contenerli quando si è ancora in tempo. Il compito non è sicuramente semplice e richiede una regolazione molto fine dei sensori ottici ma ci stiamo lavorando.
La natura riesce ancora a sorprendervi, nonostante tutte le misure e le ricerche effettuate?
Mejia-Aguilar: Certo, le sorprese non finiscono mai e noi cerchiamo di capire e predire i processi naturali. Faccio mie le parole di Galileo: “Misura ciò che è misurabile e rendi misurabile ciò che non lo è”.
Con la continua automazione dell’agricoltura, l’immagine del contadino sul trattore sarà presto solo un ricordo del passato?
Bietresato: La globalizzazione sta cambiando il mondo: il nuovo agricoltore guiderà anch’egli un trattore che, magari, sarà ad alimentazione dual fuel e con un cambio a variazione continua; regolerà il funzionamento degli attrezzi da uno schermo touch screen e, a fine giornata, scaricherà col Wi-Fi i dati di lavoro sul suo computer, controllando sul software gestionale i quantitativi di fertilizzanti rimasti in magazzino e la produzione giornaliera e stagionale. Siamo però lontani da una sostituzione completa dell’essere umano!
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