Plagio, inganno, truffa
Una breve riflessione su un fenomeno in evoluzione, il plagio, sulle nuove forme di plagio e sulle attività di prevenzione promosse dalla Biblioteca universitaria.
Appropriazione di opera altrui, copia abusiva, falsificazione dei dati di paternità di un’opera, etc. ... È facile nella cultura comune accostare a queste definizioni il concetto di plagio, anche grazie all’eco creata dai media sulle recenti e clamorose rivelazioni in ambito internazionale. Di ben più complessa natura è invece la definizione delle varie forme in cui può manifestarsi il plagio al giorno d’oggi e la conseguente difficoltà di elaborare specifici programmi di prevenzione.
I casi di plagio nell’era digitale si presentano con modalità e casistiche meno definibili rispetto al passato e, potremmo dire, con affinati metodi di mimetizzazione. Conseguentemente, si rende necessario adattare le forme di prevenzione e l’applicazione di provvedimenti, che dovrebbero dunque differenziarsi a seconda della gravità, dell’ambiente culturale e del danno arrecato.
La complessità attribuita oggi al fenomeno del plagio è propria dell’età contemporanea, caratterizzata dalla velocità estrema in cui viene somministrata e recepita - spesso superficialmente - la massa di informazioni, oltre che dalla precarietà dell’attendibilità delle fonti e della qualità dei testi. Tra le conseguenze, un accenno spetta senza dubbio alla crescente casistica di plagio involontario. Questo si manifesta ad esempio sotto forma di rielaborazione scorretta di un testo, tramite un’alterazione del significato originale, una mancata segnalazione dell’inizio e della fine di una citazione, o ancora, di un riferimento bibliografico errato o incompleto. La caratteristica della involontarietà nasce dall’insicurezza causata dalle scarse abilità di gestione e valutazione dell’informazione. A ciò si sono poi aggiunti tutti i casi di plagio facilitati dalla tecnologia digitale, tra i quali possiamo elencare il diffuso mashup (Plagiarism.org, 10 Types of Plagiarism), ossia la pratica di creare un testo copiando e mischiando brani tratti da più fonti, rendendo difficilmente riconoscibili gli originali; oppure l’abitudine a trovare e sostituire, ovvero scambiare i termini significativi di un testo con i relativi sinomini, mantenendo però invariato il contenuto originale.
Tutto ciò rende ovviamente difficoltoso rintracciare i testi originali e prevenire il fenomeno. L’immensità di risorse digitali, spesso facilmente scaricabili online, ha offerto terreno fertile a una vasta e colorita casistica. Il confine tra lecito e illecito si è sempre più assottigliato e le abilità di chi intende plagiare (in lingua inglese si parla anche di cheating = truffare, ingannare) si sono evolute, rendendo più arduo il lavoro di chi ha, dall’altra parte, il ruolo di rilevare e bloccare il plagio.
Alla base di ogni tipo di provvedimento è consigliabile una riflessione sui motivi per cui un individuo ricorre al plagio. Secondo la letteratura internazionale sul tema, tra le cause più frequentemente r iscont rate c’è la volontà di raggiungere buoni risultati con la minor fatica possibile; spesso anche la difficoltà nel recuperare i dati di provenienza di una risorsa può condurre al plagio, che può essere anche causato dal pregiudizio - diffuso soprattutto tra gli studenti - secondo cui una abbondante presenza di citazioni nel proprio testo è sinonimo di mancanza di originalità o di scarsa competenza.

Parallelamente, accanto alla diffusione delle nuove abilità di plagio digitale, si è sviluppata la tecnologia dei cosiddetti detection tools, ovvero software che non solo posseggono funzionalità che consentono di riconoscere un plagio, di rintracciare eventuali errori di trascrizione dei dati bibliografici, ma anche, caratteristica ben più incisiva, di agire ‘prima’ che il plagio avvenga, migliorando, ad esempio, la comunicazione tra studenti e docenti. Nel 2007, la Biblioteca unibz ha sottoscritto un contratto di licenza per l’uso del software Turnitin rivolto all’utenza interna: studenti, dottorandi, personale accademico. “Previene il plagio. Coinvolge gli studenti”. È questo lo slogan che lo pubblicizza sulla homepage della versione in lingua italiana (attualmente è possibile visualizzare Turnitin in 22 lingue) e che sottolinea il vantaggio dato da un suo uso corretto ed etico. Il software permette agli studenti e ai docenti di agire durante la fase di scrittura, svolgendo una significativa funzione di prevenzione del plagio, in special modo di quello involontario. Gli studenti usufruiscono così di un supporto al passo con l’attuale evoluzione tecnologica e direttamente collegato all’universo informativo digitale.
Accanto all’uso di tali strumenti automatici si è comunque reso necessario, e propedeutico, ideare una strategia di formazione attraverso la quale offrire al pubblico, un vero e proprio “pacchetto” di linee guida e indicazioni concrete, utili a colmare le mancanze riscontrate grazie alle esperienze di diversi anni di attività, in specifiche aree di gestione dell’informazione, come ad esempio la valutazione del web, l’identificazione dei criteri formali e di contenuto per la selezione di letteratura di alta qualità, la gestione delle citazioni, sia manuale, che per mezzo di software dedicati.
Questo pacchetto di competenze viene messo a disposizione in varie forme: workshop di 20 ore, brevi seminari con cadenza periodica o corsi di 30 ore inseriti nei piani studio di alcune Facoltà.
A sviluppare ulteriormente l’attività di supporto in questa direzione verrà pubblicata sulle pagine web della Biblioteca universitaria, accessibile a tutti, un’agile sezione dedicata al tema del plagio e della gestione delle citazioni, con consigli pratici, guide e indicazioni per l’utilizzo dei software, come anche manuali ufficiali di referencing styles. Attraverso tali attività di formazione e la programmazione periodica di consulenze ad hoc, la Biblioteca universitaria intende sensibilizzare gli studenti alla problematica e allo stesso tempo intende supportare il lavoro del personale accademico, nel sostegno dell’originalità e soprattutto nella crescita della qualità e varietà dei testi scientifici.
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