©

Uno studio di Eurac Research mostra come le aree montane offrano alle persone importanti servizi ecosistemici.

Nell’arco alpino, milioni di persone si servono dell’acqua potabile che sgorga in montagna. Turisti da tutto il mondo si rilassano sulle Alpi che, con i loro boschi, mitigano gli effetti delle nostre emissioni. Gli ecosistemi alpini forniscono servizi vitali di cui spesso non siamo neanche consapevoli. I ricercatori di Eurac Research hanno mappato alcuni di questi servizi nella regione alpina fornendo dati sull’offerta e sulla domanda e mostrando come i servizi ecosistemici svolgano un ruolo fondamentale non solo per chi abita in montagna, ma anche per chi vive nelle aree circostanti e perfino a livello globale. In questo modo, i ricercatori vogliono sottolineare il valore delle Alpi e fornire a politici e amministratori uno strumento per favorire lo sviluppo sostenibile delle regioni di montagna. I risultati sono stati pubblicati sulla rivista internazionale “Scientific Reports”.

Gli ecosistemi alpini forniscono acqua potabile, aumentano la protezione contro i pericoli naturali, offrono possibilità di svago, producono foraggio, mitigano le emissioni di CO2. Le immagini di animali e piante simbolo delle Alpi ‒ come la stella alpina o l’aquila ‒ sono usate in tutto il mondo anche a livello commerciale. Questi sono sei esempi di servizi ecosistemici che le Alpi offrono e che i ricercatori di Eurac Research hanno analizzato nel dettaglio per dimostrare la loro importanza a livello globale.

Utilizzando come esempio l’acqua potabile del lago di Costanza, gli esperti spiegano cosa forniscano le Alpi: la maggior parte dell’acqua del lago, il 78 per cento, è costituita da acqua piovana e acqua di disgelo delle Alpi. L’approvvigionamento idrico del lago di Costanza fornisce acqua potabile a circa quattro milioni di persone in tutto il Baden-Württemberg. Attraverso una rete di condotte lunga 1.700 chilometri, in sette giorni l’acqua raggiunge i consumatori più lontani, nel nord del Land tedesco. “Questo esempio mostra chiaramente come l’uomo intervenga, costruisca condotte e sfrutti ciò che la natura ha da offrire anche a migliaia di chilometri di distanza”, spiega Uta Schirpke, prima autrice dello studio di Eurac Research. “Abbiamo quantificato i servizi ecosistemici prodotti in tutta la regione alpina e la loro disponibilità. Abbiamo poi studiato l’entità della domanda da parte delle persone. Inoltre, abbiamo analizzato dove questi servizi sono attualmente utilizzati e come vengono trasportati. In breve, abbiamo analizzato la domanda, l’offerta e il trasferimento di servizi”, continua Schirpke. Sapere esattamente dove e quante risorse siano consumate è fondamentale per lo sviluppo sostenibile.

“La regione alpina italiana non produce abbastanza mangime per i molti animali da allevamento, il 75 per cento deve essere acquistato. Il 70 per cento è coperto da cereali provenienti dall’Europa, il 30 per cento è importato dall’America meridionale e centrale, dagli Stati Uniti o dall’Australia. Questo comporta trasporti a lunga distanza ed emissioni aggiuntive", spiega Erich Tasser di Eurac Research, coautore dello studio, precisando: “L’Alto Adige è un po’ più sostenibile in questo senso, perché produce poco più della metà del suo fabbisogno alimentare sui propri pascoli”.

Al contrario, per quanto riguarda i servizi ricreativi le Alpi registrano un surplus. Persone provenienti da tutto il mondo vengono qui per godersi il paesaggio; circa il dieci per cento del turismo mondiale si svolge nella relativamente piccola regione alpina.
Come sottolineano i ricercatori, qualsiasi decisione sullo sviluppo regionale ha anche un impatto sulla natura, a volte anche a livello mondiale. Questo studio è quindi una base importante per una pianificazione lungimirante, perché “è l’unico modo per garantire che i servizi essenziali offerti dalle Alpi continuino a beneficio delle generazioni future”, riassume Ulrike Tappeiner, coautrice e direttrice dell’Istituto per l’ambiente alpino dell’Eurac Research.

Lo studio pubblicato su “Scientific Reports” può essere scaricato al seguente link:
https://www.nature.com/articles/s41598-019-43229-z

Ulteriori informazioni e grafici sui servizi ecosistemici sono disponibili anche su: www.alpes-webgis.eu.

Related Articles

Tecno-prodotti. Creati nuovi sensori triboelettrici nel laboratorio di sensoristica al NOI Techpark

I wearable sono dispositivi ormai imprescindibili nel settore sanitario e sportivo: un mercato in crescita a livello globale che ha bisogno di fonti di energia alternative e sensori affidabili, economici e sostenibili. Il laboratorio Sensing Technologies Lab della Libera Università di Bolzano (unibz) al Parco Tecnologico NOI Techpark ha realizzato un prototipo di dispositivo indossabile autoalimentato che soddisfa tutti questi requisiti. Un progetto nato grazie alla collaborazione con il Center for Sensing Solutions di Eurac Research e l’Advanced Technology Institute dell’Università del Surrey.

unibz forscht an technologischen Lösungen zur Erhaltung des Permafrostes in den Dolomiten

Wie kann brüchig gewordener Boden in den Dolomiten gekühlt und damit gesichert werden? Am Samstag, den 9. September fand in Cortina d'Ampezzo an der Bergstation der Sesselbahn Pian Ra Valles Bus Tofana die Präsentation des Projekts „Rescue Permafrost " statt. Ein Projekt, das in Zusammenarbeit mit Fachleuten für nachhaltiges Design, darunter einem Forschungsteam für Umweltphysik der unibz, entwickelt wurde. Das gemeinsame Ziel: das gefährliche Auftauen des Permafrosts zu verhindern, ein Phänomen, das aufgrund des globalen Klimawandels immer öfter auftritt. Die Freie Universität Bozen hat nun im Rahmen des Forschungsprojekts eine erste dynamische Analyse der Auswirkungen einer technologischen Lösung zur Kühlung der Bodentemperatur durchgeführt.

Article
Gesunde Böden dank Partizipation der Bevölkerung: unibz koordiniert Citizen-Science-Projekt ECHO

Die Citizen-Science-Initiative „ECHO - Engaging Citizens in soil science: the road to Healthier Soils" zielt darauf ab, das Wissen und das Bewusstsein der EU-Bürger:innen für die Bodengesundheit über deren aktive Einbeziehung in das Projekt zu verbessern. Mit 16 Teilnehmern aus ganz Europa - 10 führenden Universitäten und Forschungszentren, 4 KMU und 2 Stiftungen - wird ECHO 16.500 Standorte in verschiedenen klimatischen und biogeografischen Regionen bewerten, um seine ehrgeizigen Ziele zu erreichen.

Article
Erstversorgung: Drohnen machen den Unterschied

Die Ergebnisse einer Studie von Eurac Research und der Bergrettung Südtirol liegen vor.