Una piattaforma che taglia le ali agli “avvoltoi” di Wall Street democratizzando la finanza o un’innovazione che renderà più competitivo il mercato? Ne parliamo con il prof. Maurizio Murgia.

Gamestop, Amc, American Airlines. Cosa unisce queste aziende americane che operano in settori diversi? Le accomuna la dinamica del loro valore: loro azioni nelle ultime settimane sono schizzate verso l’alto nonostante le performance aziendali non proprio brillanti. Il motivo? Un’azione concertata di piccoli investitori che, auto-organizzatosi nel forum WallStreetBets di Reddit, hanno messo in difficoltà giganti come il fondo di investimento Melvin Capital che ha perso il 53%. Questo hedge fund che stava vendendo allo scoperto le azioni di Gamestop è stato costretto dagli investitori coalizzatisi sulla piattaforma Robinhood a chiudere le posizioni short sull’azienda che fa rivendita di videogame. Una mossa che ha portato alcuni a parlare di Davide che sconfigge Golia, quasi nello spirito del movimento Occupy Wall Street. Ma è andata veramente così? L’abbiamo chiesto al prof. Maurizio Murgia, docente di Finanza alla Facoltà di Economia.

Prof. Murgia, Cos’è la piattaforma Robinhood?
Nel nostro corso di laurea magistrale spieghiamo agli studenti come funziona l’infrastruttura dei mercati. Robinhood è un fenomeno interessante che per alcuni versi è nuovo e per altri no. Questa piattaforma permette a una nuova platea di investitori di negoziare derivati, azioni e altri prodotti finanziari. È stata fondata nel 2013 da due laureati a Stanford, Vladimir Tenev e Baiju Bhatt. Non si tratta quindi di due outsider contestatori ma di due imprenditori miliardari che si sono formati in un ateneo della Ivy League. Premesso ciò, Robinhood si è imposta perché è stata la prima piattaforma a permettere un’entrata facile nel settore del trading online a tante persone sfruttando l’idea che per negoziare non bisognasse pagare commissioni. La realtà però è ben diversa da come tanti se la sono immaginata.

Quindi non rappresenta una rivincita del piccolo risparmiatore, tradito dalla crisi del 2008, nei confronti dell’industria finanziaria?
Questa è la mitologia che si è andata affermando perché aggregazioni estemporanee di buyer su Wallstreetbets di Reddit hanno causato forti perdite ad alcuni grandi fondi di investimento che avevano deciso di vendere allo scoperto le azioni di aziende in crisi. In realtà, come ripetono sempre gli economisti, non esiste un pasto gratis. Robinhood non è nata con l’idea di facilitare la battaglia dell’uomo della strada contro i piani alti della finanza. In realtà punta sull’estrazione di valore a livello micro, dei singoli piccoli risparmiatori, che operano pensando di non pagare commissioni.

 

Maurizio Murgia, ordinario di Finanza alla Facoltà di Economia.

Non è così?
No, le commissioni ci sono anche se non sono visibili come lo sono se decido di investire nei mercati finanziari seguendo modalità più tradizionali, come ad esempio inviare ordini di Borsa ad un intermediario abilitato o ad una Banca. Come funziona? Robinhood passa l’enorme flusso di ordini retail che raccoglie online a degli intermediari (market makers/dealers) che lucrano su ogni ordine anche pochi centesimi (comprano a prezzi più bassi e vendono a prezzi più alti). Da questa attività, che ha bisogno di una larga scala per generare utili, gli intermediari ristornano a Robinhood delle commissioni. Questa è una prima fonte di ricavi per Robinhood. La seconda è la gestione dei trading account individuali che prevedono una commissione mensile e che permettono ai suoi sottoscrittori di negoziare nei mercati finanziari con fondi presi a prestito da Robinhood e in cui pagano gli interessi. Il modello di business di Robinhood non è quindi così nuovo. L’unica novità sono le commissioni zero per chi usa i suoi capitali per effettuare negoziazioni. Ma poi vediamo che da questo flusso di ordini Robinhood ottiene una quota importante dei suoi ricavi. In sostanza i sottoscrittori di Robinhood pagano i costi di negoziazione indirettamente. Robinhood non ti fa vedere l’intero plumbing dei mercati finanziari, ma solo la punta dell’iceberg.

Sembra quasi una presa in giro di certe aspirazioni a un mondo della finanza più giusto…
Non è così. Dobbiamo imparare a valutare le cose per quello che sono e non per come le si vorrebbe. Al contrario, Robinhood apre possibilità di maggior efficienza per i mercati. Ha fatto una cosa utile: ha obbligato i competitor tradizionali a confrontarsi con un nuovo business model, quello del free commission account. In questo senso non sono dissimili dagli Hedge Fund tanto deprecati. Questi, in realtà, migliorano l’efficienza informativa dei mercati. La vendita allo scoperto infatti è una strategia rischiosa ma che segnala ai mercati che ci sono cose che non funzionano come per esempio quando “prendono di mira” aziende il cui valore sul mercato non rispecchia il valore sottostante. Fanno un lavoro con dei rischi notevoli e per questi generano un rendimento che è perfettamente in linea con il rischio che corrono.

Qual è il segreto del successo attuale della piattaforma?
Certamente la pandemia ha giocato un ruolo importante. È esploso il numero di persone che, magari perché sono state costrette a passare maggior tempo sul divano di casa, invece di giocare ad esempio a Candy Crush si sono cimentate in operazioni di trading online, attratte dal fatto che non ci fossero fees in entrata per farlo. L’età media della clientela è anche molto bassa: 31 anni. Diciamo che è una possibilità di fare trading, però che ha dei rischi e pensare che tutti abbiano le competenze per farlo, può rivelarsi rischioso. Si possono leggere online le storie di persone che si sono rovinate o addirittura suicidate.

Si tratta di un modello di business che si espanderà anche in Europa?
Certamente, adesso siamo ancora alla preistoria, ma presto prenderà piede anche da noi. L’importante è che venga regolamentato e che le persone che si avvalgono di questi servizi siano consapevoli dei rischi cui vanno incontro.

Immagine: Robert Bye su Unsplash

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