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La mia prima bicicletta me la regalò mia nonna.

All’epoca avevo soltanto tre anni. Non avrei mai immaginato che quel “gioco” sarebbe diventato per me una grande passione, caratterizzata da sofferenza, divertimento e fatica. Perché quando la strada sale non posso arrendermi e per arrivare, per vincere, non è sufficiente il talento, ci vuole determinazione, lavoro e sacrificio quotidiano, come ci hanno insegnato i grandi Bartali e Coppi. Le gambe sono importanti, ma la testa conta di più. Ogni allenamento è fatto di progettazione, innovazione e creatività, perché nessun momento è uguale ad un altro. Talvolta prevale la resistenza, talaltra la forza, non c’è mai improvvisazione ma, anzi, deve sempre esserci un’adeguata strategia. Lo sport ed il mio lavoro di ricercatrice hanno tanto da dirsi e da scambiarsi: è con lo sport che ho imparato la costanza, l’intuito, la fatica e l’entusiasmo. Dove posso arrivare non lo so mai, ma ogni giorno ci provo a testa bassa! Allo stesso modo la ricerca accademica che conduco mi permette di condire con gli ingredienti necessari ogni mio allenamento: innovazione, strategia e imprenditorialità sono i tratti salienti di ogni salita ben scalata. È solo quando riesco a legarli insieme e a trovare il giusto equilibrio tra di loro che sono in grado di arrivare in vetta alle montagne più alte. La ricerca e lo sport, le mie due grandi passioni, il mio duo perfetto: la fatica non è mai sprecata, soffro ma sogno!

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