In Alto Adige va molto meglio rispetto ad altri territori di montagna europei, colpiti da abbandono e spopolamento: le aree rurali sono abitate e i servizi sono diffusi anche
dove la densità degli insediamenti è minore. Sul versante turistico tuttavia si può ancora migliorare, e forse la pandemia sta offrendo un’occasione. A colloquio con Virna Bussadori, direttrice della Ripartizione provinciale natura, paesaggio e sviluppo del territorio.

L’Italia è ricca di luoghi abbandonati dall’uomo, di spazi rarefatti che devono essere reinventati, di  margini che possono essere riportati al centro: l’Alto Adige come si colloca rispetto a questi processi? Ci sono territori da “riabitare”?

Virna Bussadori: L’Alto Adige rappresenta un’eccezione nel quadro italiano poiché i fenomeni di  abbandono o spopolamento sono pressoché inesistenti e questo grazie a una politica di gestione del territorio che per decenni ha salvaguardato le aree rurali incentivando la realizzazione di infrastrutture, la messa a disposizione di servizi essenziali e il divieto quasi assoluto di realizzare seconde case. Così
facendo si è riusciti a mantenere una popolazione stabile anche nei territori remoti evitando fenomeni di abbandono. 

Lo sviluppo dei territori alpini è stato a lungo fortemente condizionato dalle città: come definirebbe oggi il rapporto tra dimensione urbana e dimensione rurale in provincia di Bolzano?
Il capoluogo come si relaziona con il tessuto insediativo delle valli?

Bussadori: Anche se nel capoluogo si concentrano alcune strutture pubbliche importanti, la distribuzione dei servizi a livello comprensoriale e di città minori ha evitato il crearsi di un disequilibrio tra città  capoluogo e aree rurali. Bolzano rimane il capoluogo, ma le diverse località centrali, da cui dipendono i territori rurali delle valli, hanno garantito un rapporto di sostanziale equilibrio. 

 L’immaginario montano altoatesino è legato in modo stretto al turismo: ci sono ancora spazi per ripensare la montagna, al di fuori di questa modalità di fruizione del territorio?

Bussadori: Lo sviluppo turistico in molti dei territori altoatesini ha conosciuto un forte impulso negli ultimi decenni e questo ha riguardato diverse destinazioni dell’Alto Adige. Alla luce dei cambiamenti
dovuti alla situazione sanitaria globale risulta fondamentale ridefinire le diverse vocazioni e potenzialità turistiche espresse dai territori, rivedendo un modello di sviluppo quantitativo generalizzato verso uno più qualitativo ed espressione delle peculiarità locali.

Intervista di Andrea Membretti

 

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