Alexander Langer avrebbe compiuto 70 anni il 22 febbraio di questo 2016, mentre nel 2015 erano passati 20 anni dalla sua morte volontaria. È stato politico – prima consigliere provinciale e poi parlamentare europeo – pensatore, giornalista, insegnante, traduttore e instancabile promotore di iniziative per la pace, la convivenza, i diritti umani, la conversione ecologica e la difesa dell’ambiente.

Oggi viene ricordato e riconosciuto non solo nel suo Alto Adige/Südtirol, ma ovunque in Italia e in Europa. I suoi pensieri sulla pace e sulla convivenza rimangono attuali anche a distanza di decenni. E questo è vero soprattutto oggi, quando in Europa si erigono di nuovo muri e reticolati invece di costruire ponti. A Langer le biblioteche erano affini, visto che durante un suo periodo in Germania all’inizio degli anni settanta era stato anche collaboratore nella biblioteca del Bundestag a Bonn. E nel 1995, pochi mesi prima della sua morte, Langer era stato all’EURAC libray per preparare un incontro con una delegazione macedone – era il periodo delle guerre in ex Jugoslavia – lo ricorda in uno dei primi numeri di Academia (settembre 1995) Francesca Nardin. Però probabilmente lui non si sarebbe mai immaginato di lasciare tante tracce dei suoi testi nei cataloghi e sugli scaffali delle biblioteche.

Durante la sua intensa esistenza Langer aveva scritto molto per numerose riviste e in tante occasioni, ma in vita era uscito un solo volume con una raccolta dei suoi articoli e discorsi da euro-parlamentare Vie di pace/Frieden schließen (Trento, Arcobaleno, 1992), oltre alla sua traduzione in tedesco della Lettera a una professoressa di don Lorenzo Milani (Die Schülerschule, uscito nel 1970 per l’editore Wagenbach). Dopo la sua morte invece, anche trascorsi due decenni, abbiamo assistito a un moltiplicarsi di volumi con raccolte dei suoi testi, biografie, testimonianze, tesi di laurea, opere teatrali e film, segno che la sua figura e il suo pensiero sono sempre attuali e che su molte questioni, come la convivenza interetnica e la conversione ecologica, ha precorso i tempi.

Per chi vuole avvicinarsi al suo pensiero, rimangono sempre fondamentali le antologie Il viaggiatore leggero curata da Edi Rabini e Adriano Sofri (Sellerio 1996, riedita nel 2015) e gli Scritti sul Sudtirolo/Aufsätze zu Südtirol, curati da Siegfried Baur e Riccardo Dello Sbarba (Alpha & Beta 1996). C’è poi da segnalare l’ampia biografia di Fabio Levi, In viaggio con Alex (Feltrinelli 2007) e un saggio più breve sul suo pensiero e la sua vita, come introduzione per i giovani, di Marco Boato, Alexander Langer: costruttore di ponti (La Scuola 2015). Nel 2016 è inoltre uscito il libro di Florian Kronbichler Alexander Langer: il mite lottatore, Il Margine (traduzione italiana di: Was gut war: ein Alexander-Langer-ABC,Raetia 2005). Per chi vuole documentarsi sulla sua figura e il suo pensiero, il sito della Fondazione Langer di Bolzano, www.alexanderlanger.org, è ricchissima di materiali, anche sulle persone e le associazioni che dal 1997 in poi hanno vinto il Premio internazionale Alexander Langer per il loro impegno sulla pace, la libertà e la giustizia o la salvaguardia dei diritti umani e dell’ambiente, spesso in situazioni molto difficili. Persone che hanno mostrato la capacità di costruire ponti tra realtà contrapposte e di agire con lo spirito della nonviolenza, testimoni e protagonisti che sarebbero potuti essere autentici compagni di strada di Alexander Langer: dall’algerina Khalida Toumi Messaoudi nel 1997 all’associazione Adopt Srebrenica nel 2015, passando per Ruanda, Kosovo, Israele-Palestina, Iran e Cina.

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