Interview
“Dare forma al futuro deve essere un movimento sociale”

Intervista a Roland Benedikter, titolare della cattedra UNESCO in “Anticipazione e trasformazione”

Interview
“Una democrazia ha bisogno di un’informazione di qualità”

Il prof. Mirco Tonin, docente della Facoltà di Economia unibz, è uno degli autori del libro “Aver cura del vero. Come informare e far crescere una società inclusiva”. Lo abbiamo intervistato.

Interview
Diritti della persona e diritto dei contratti. La contrattualizzazione può ampliare la tutela dei diritti umani

Laura Valle, professoressa di Diritto Privato alla Facoltà di Economia e avvocato, ha recentemente pubblicato un volume edito da Giappichelli e intitolato “Il contratto e la realizzazione dei diritti della persona” che approfondisce il tema della “contrattualizzazione della società” e contemporaneamente della tutela dei diritti dell’uomo nei rapporti commerciali internazionali, negli obiettivi di interesse sociale e di sostenibilità, nell’evoluzione della realtà contemporanea verso l’uso di nuove tecnologie, nella risoluzione alternativa delle controversie.

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Zum Welttag der Sozialarbeit: Über die Bedeutung von Solidarität, Innovation und Zusammenarbeit in der Sozialarbeit

Die Sozialarbeit ist durch die gesellschaftlichen Entwicklungen gefordert und in ständigem Wandel, besonders jetzt im Zusammenhang mit der Pandemie. „Unsere Studiengänge an der Fakultät für Bildungswissenschaften reagieren darauf, indem wir die Forschungsausrichtung stärken, auf die Erfahrungen der lokalen Dienste eingehen und innovative Ausbildungselemente in den Curricula ausbauen”, betont Urban Nothdurfter, Professor für Sozialarbeit und Sozialpolitik und Leiter des Studiengangs Sozialarbeit.

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Zwei exemplarische Studien für Meran und Bozen: Grünplanung als Basis nachhaltiger Stadtentwicklung

In den vergangenen vier Jahren hat ein Team rund um Prof. Stefan Zerbe zwei Studien zu städtischem Grün und Baumpflanzungen durchgeführt – was leisten sie, inwiefern können sie auch schaden? Ökosystemleistungen wie der Einfluss auf das Mikroklima, Lärmminderung, Habitat für Insekten oder Regulation des Wasserhaushalts werden Schadwirkungen wie dem allergenen Potential oder Schäden an städtischer Infrastruktur gegenübergestellt.

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Come le migrazioni continuano a cambiare l'Alto Adige

Fino alla metà degli anni novanta parlare di diversità in Alto Adige voleva dire riferirsi ai tre gruppi linguistici storici. Da allora però il numero di persone con cittadinanza straniera che ha scelto la provincia di Bolzano come nuova casa è in aumento costante e non c’è ragione di credere che il trend si fermerà, nemmeno di fronte alla pandemia. Quasi triplicata negli ultimi vent’anni, da 16.000 presenze nel 2002 a oltre 50.000 nel 2017, la popolazione con background migratorio aggiunge nuova diversità al territorio, aprendo domande e sfide nuove. Nel “Rapporto sulle migrazioni Alto Adige 2020”, 30 studiose e studiosi di sociologia, geografia, diritto, storia, biologia, antropologia, scienze politiche e linguistica di Eurac Research analizzano chi sono i migranti in Alto Adige e come funziona il loro inserimento a scuola, nel mondo del lavoro e sulla scena politica. Cento pagine ricche di testimonianze, infografiche e immagini: il Rapporto è pensato come strumento per supportare le politiche locali, ma anche come lettura divulgativa e come materiale didattico.

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App per le confessioni e messe in streaming

Il distanziamento sociale è diventato il nostro pane quotidiano e mai come in questo momento siamo stati così dipendenti dai nuovi media e dalle nuove tecnologie. La loro adozione e diffusione ha subito una accelerazione che in tempi normali avrebbe richiesto anni per diventare realtà ed è ragionevole supporre che in molti casi non torneremo sui nostri passi, ma alcuni cambiamenti diventeranno la normalità anche nel periodo post-crisi. Questa “digitalizzazione forzata” influeza praticamente tutti, pervadendo i più disparati aspetti della nostra vita, dal lavoro alla scuola, dal modo in cui ci teniamo informati e interagiamo con gli altri fino al modo in cui viviamo la nostra stessa spiritualità e religiosità.

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A new compulsion to locality

In 2002 the sociologist John Urry defined contemporary man as subject with two fundamental drives: the compulsion to mobility and the compulsion to proximity. Although communication technology allows many of us to avoid the majority of physical movements, society – as well as our personal goals and desires – compels us to move through space in order to reach other bodies, with them we experience situations of proximity in other places. It is not only a matter of choice: there are widespread obligations and expectations in this sense. Urry calls this phenomenon, the globalisation of intermittent presence.

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